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Il Salento è una terra ricca di tradizioni e molte delle più suggestive sono quelle che accompagnano il periodo della Settimana Santa. Il Giovedi santo segna l’inizio del Triduo pasquale, tutte le messe non sono annunciate dal suono delle campane, ma de quello delle “Trenule” o trozzula a volte accompagnate da un corno. In questa giornata, dopo la celebrazione dell’ultima cena, le chiese vengono adornate a rappresentare il sacro sepolcro; ornati con porpora, candele, simboli della tradizione pasquale (il sudario, la croce, etc.), fiori bianchi e l’immancabile grano bianco "Sabburchi", tipico ornamento del sepolcro. Inizia la veglia e le strade si colmano di fedeli, che visitano i “Sepulcri” e venerano il sepolcro vuoto del Signore.

  

Il Venerdi Santo è la giornata dedicata alle suggestive processioni del Gesù morto accompagnato dall’uscita della Madonna dell’Addolorata. Ogni cittadina interpreta la processione a suo modo ed in alcuni paesi della Grecia Salentina alcuni eventi della passione del Cristo vengono realmente rappresentati. Personaggio presente per le strade salentine durante questo periodo di penitenza è quello della “Quaremma”, rappresentata da una vecchietta vestita di nero con un’arancia in mano e sette penne infilzate. Questa vecchietta viene appesa per vie delle città il primo giorno di Quaresima ed ogni domenica viene sfilata una penna sino alla giornata della Pasqua, durante la quale la Quaremma viene bruciata.

 

Con la Pasqua del Signore viene segnata la fine della penitenza e la festa più grande si celebra a tavola. Periodo di rinascita, l’uovo, viene utilizzato per la preparazione dei dolci pasquali, tra questi il più diffuso è ancora oggi la “Cuddhura” un grosso pane di forma circolare con incorporate molte uova (in numero dispari) sode col guscio, che solitamente le giovani donne regalavano ai fidanzati il giorno della Resurrezione. Anticamente durante la Quaresima era vietato mangiare dolci e bisognava attenersi scrupolosamente ad alcune regole cattoliche, finita l’astinenza dei 40 giorni si poteva festeggiare la rinascita di Cristo con dei dolci molto semplici e le uova simbolo a quei tempi di ricchezza. Le simpatiche forme che prendono il nome di “Pupa" - Bambola e “Caddhuzzu" - Gallo. Un tempo le cuddhrure venivano portate in chiesa il sabato santo per la benedizione che, nella solennità della Resurrezione, risvegliava l’idea di fecondità consacrandone il valore. Vedi ricetta della Cuddhura.

Il Pesce e agnello di pasta di mandorle o pasta reale è il dolce che non manca sulle tavole salentine nel giorno di Pasqua. L’agnello, nella simbologia cristiana, rappresenta il sacrificio di Cristo e, dunque, questo dolce è di profonde radici religiose. Non a caso la pasta di mandorla viene prodotta e confezionata in agnelli e pesci dalle suore di clausura del monastero benedettino di san Giovanni Evangelista a Lecce (nel cuore del centro storico, nel rione della Chiesa Greca) almeno dalla fine dell’Ottocento. Per la sua squisitezza la pasta di mandorla delle benedettine leccesi viene richiesta in tutt'Italia e anche all’estero. Per molto tempo questo dolce era detto tuce te li signori, dolce per signori, per la sua prelibatezza e per l’elevato costo. Da almeno 50 anni viene preparato nella quasi totalità delle pasticcerie di Lecce e provincia. Vedi ricetta agnello di pasta di mandorle

Pasquetta, o lunedi dell’angelo, è la giornata della gita fuori porta a contatto con il verde, la natura, i parchi, il mare e gli amici. Ognuno condivide il proprio pasto con l’altro e tra giochi e pic-nic si trascorre una giornata in armonia con i propri amici e familiari.